Chi sono

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  • Educatrice pre e post natale (specializzazione Università di Padova)
  • Insegnante di massaggio infantile AIMI
  • operatrice del portare certificata presso la “Scuola del Portare” di Roma
  • Peer Counselor in allattamento materno
  • Insegnante di capoeira angola (Gruppo Capoeira Angola Palmares)
  • Scrittrice di favole per bambini (e, se vogliono, anche per adulti)

Quando da sempre sai che la comunicazione così com’è manca di qualcosa, diventare mamma è l’esperienza che dà la svolta.

La pelle, le mani, gli odori, gli sguardi, diventano il centro della possibilità di interagire. Tutto l’amore che un genitore può sentire per il proprio figlio diventa relazione passando per quell’attimo di contatto infinito, paziente, dolcissimo ed esaustivo.

Si perdono i confini del pensiero e della comunicazione. Il tutto, intorno, acquisisce nuova ricchezza, nuovo splendore.

É come nascere di nuovo, vedere il mondo per la prima volta e scoprire che è più grande di quel che si pensava.

Naturale è voler condividere questa scoperta.

Ed è così che ci si specializza e ci si unisce ad altre persone.

Ed è così che si fanno nascere, oltre che figli, progetti…

 

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  2. Anastasia

    Ciao Veronica ho letto il tuo articolo e volevo dirti che se vuoi che abbia ancora più impatto, dovresti togliere la punta di orgoglio che metti sul fatto che hai fatto un corso di 80 ore, addirittura! Se quello della consulente è il tuo unico mestiere non è proprio bello nei confronti della maggior parte della gente che si è davvero specializzata per fare il proprio chi ha fatto l università ad esempio o chi come me ( e non mi paragono a un universitario eh!)ha fatto un corso di 1000 ore e lavora 8 ore al giorno per prendere i tuoi stessi soldi!vorrei anche dirti che io credo tantissimo nella filosofia del portare e porto mio figlio da 7 mesi con grande piacere di entrambi, però anche io credo che debba essere una specie di volontariato quello della consulente… Anche perché affinché quella del portare diventi una tradizione italiana o europea( come quella messicana ad esempio o peruviana o africana o cinese…)bisogna che le mamme plasmino il babaywearin su se stesse e che trovino il loro modo e le loro tecniche ( sempre nel rispetto della fisiologia del portato e del portatore). Finché tutto sarà regolamentato da una scuola e da tutta la speculazione che c è dietro…il babywearing rimarrà una moda di nicchia!è tutto perfetto ma bisogna eliminare purtroppo il soldo dal concetto.il vostro compito da consulenti dovrebbe essere quello di diffondere la tecnica del portare…senza vantarsi di essere specialiste dopo 80 ore di corso!!..siete specialiste quanto me e le migliaia di mamme che portano i loro figli lo insegnano alle altre e non le paga nessuno. Ciao e buon portare

    • Veronica

      cara Anastasia.
      Hai commentato sotto il mio CV quindi non so purtroppo a che tipo di articoli ti riferisci. Quando parlo della mia formazione non lo faccio certo con orgoglio ma con la consapevolezza del mio percorso che, in ogni caso, non è mai finito e continua tramite specializzazioni e continui aggiornamenti.
      Peraltro non so che parametri tu abbia potuto usare per comparare la mia retribuzione a quella di altri.
      Sono molto felice di sapere che ami portare il tuo bambino. Sono altrettanto felice di sapere e di ricevere costanti conferme che i genitori che seguo abbiano trovato o trovino il mio sostegno importante o addirittura fondamentale. Per i discorsi sul babywearing come cultura davvero li sento troppo semplicistici e staccati totalmente dal contesto socio-culturale nostro e delle popolazioni a cui ti riferisci per ritenere che meritino una risposta. Mi contento di saper fare il mio lavoro, di avere una laurea e una specializzazione universitaria (così come da CV) e di non stancarmi mai di imparare per sostenere i genitori. Non mi importa avere più impatto: mi importa di vedere bambini felici e genitori sempre più competenti e sicuri di sé.
      Un caro saluto,
      Veronica

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