Piccole storie ossitociniche: nonne coraggiose

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La saletta è piena. Tante mamme con le loro pance tonde o con i neonatini accoccolati sul seno. Due future nonne siedono composte, leggermente rigide, forse un pochino in imbarazzo.

Si parla, al solito, di bisogni biologici dei cuccioli d’uomo, da dove sorgono, perché ci sono, perché è una buona idea accoglierli con disponibilità e presenza. Si parla di babywearing, di massaggio, di pelle, di pianto, di coccole.

Le nonne fanno domande, per lo più tecniche. Provano anche a mantenere l’espressione scettica di chi non è del tutto convinto.

Respiro. Lo so cosa sta succedendo e so che quest’energia porterà, come sempre, allo sfogo di qualcuno. Mi preparo.

Arriva. Una mamma sbuffa, la pancia tonda che sobbalza.

“Eh, queste cose bisognerebbe tu le spiegassi ai nonni!”

Le nonne abbassano lo sguardo, è la stoccata finale, so che non possono reggere da sole. Respiro ancora. É un momento delicato, da cui dipende tutto l’incontro, finora molto bello.

Mi concedo un sorriso, un accenno di complicità.

I nonni di oggi hanno cresciuto i propri figli secondo regole universalmente riconosciute di pedagogia che dicevano l’esatto contrario di quel che abbiamo detto oggi.

Entrare in contatto con un nuovo modo smuove tanto: dubbi, malinconie, rabbia, sensi di colpa.

Allora vi chiedo una cosa semplice. Voi mamme, finché siete in attesa, condividete. Condividete le vostre intenzioni di accudimento, i principi su cui volete basarvi. Portate i nonni agli incontri, portateli a sentire i professionisti: quello che voi dite può aver lo stesso contenuto e sicuramente ha lo stesso valore ma pesa come un’accusa. La stessa cosa mediata da una terza persona in veste professionale non ha questa carica negativa, la si può elaborare più facilmente.

E voi nonne e nonni non pensate all’occasione sprecata di accudire. Pensate ad accudire. Non i nipoti, ma i vostri figli. Anche se sono grandi, anche se stanno diventando genitori e, anzi, soprattutto adesso. Perché una donna che diventa mamma nasce di nuovo, ad una nuova vita. Ed ha sì bisogno di essere accudita con amore. Dovrete affrontare un sacco di cose, alcune bellissime, altre dolorose. Ma non è tardi per colmare i vuoti, se ci sono vuoti, soprattutto non è mai tardi per abbracciarsi: quando le parole ci mettono in difficoltà, la pelle ci aiuta a non imbrogliarci. Abbracciatevi stretti ed andate avanti. Quello che starete costruendo, giorno dopo giorno, è la cosa più preziosa del mondo e si chiama, semplicemente, amore incondizionato.

Il clima si rilassa, appaiono lucciconi negli occhi di qualcuno. Saluto e mi congedo.

Si avvicinano loro due, le nonne. Ciascuna mi prende la mano tra le mani, ciascuna dice più o meno la stessa cosa mentre l’altra annuisce, come fossero in sintonia da sempre anche se si sono appena conosciute.

<<Grazie per dire queste cose, anche a noi. Abbiamo bisogno di saperle, anche se sono difficili per noi>>

<<Grazie a voi di essere venute, è molto importante quello che fate, siete molto importanti nella vita di questi figli. I vostri figli>>

Esco affaticata, l’emozione sa pesare come il piombo e poi volare leggera come un soffio di vento. Mi sento piena di gratitudine.

(Veronica)

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