Al tuo fianco

Oggi un regalo bellissimo per tutti noi. Una collega consulente del portare della mia stessa Scuola ha scritto questa bellissima riflessione sul portare sul fianco. Ti sono grata per questa bella emozione, Tullia della Moglie!

1897908_10152350757932042_410183569722833678_nEssere accanto a te, al tuo fianco, insieme.
Questo è stato per me “portare sul fianco”: esserti vicino, averti vicino.
Quando hai iniziato a voler stare su con la testa, a spalancare quegli occhi pieni di mare, a guardarti intorno, a tendere le mani e i sensi verso le cose del tuo, del nostro mondo, io ti ho appoggiato sul mio fianco.
Ti ho legata stretta per darti la stabilità che ancora ti mancava, e ti ho liberato lo spazio per poterti aprire al mondo, lo spazio davanti al tuo cuore, lo spazio tra le tue braccia.
Con le mani hai vissuto quel che vivevo io, hai sperimentato, iniziato a giocare, conosciuto consistenze, sensazioni tattili, colori, chiaroscuri, forme, dimensioni.
Io ti stavo accanto e potevo guidarti, rassicurarti, incitarti, proteggerti o anche solo semplicemente – e meravigliosamente – condividere con te in rispettoso silenzio, col privilegio più grande: essere testimone della crescita di un essere umano.
Ti sei sentita ancor più parte di quelle piccole cose quotidiane in mezzo a cui sei nata. Hai iniziato da lì, dal mio fianco, da lassù, pian piano a farle tue.
E tutte le volte che dovevi tornare alla tua “base sicura”, la tua pancia, sede delle emozioni più profonde, a contatto col mio corpo, sapeva dirmelo: ti coprivo con un lembo di stoffa e ti addormentavi, come fino a pochi mesi fa avevi fatto sul mio cuore.
Poi sei scesa a terra, hai esplorato l’orizzonte con ogni punto del tuo corpo, e quando dovevi tornare alla tua “base sicura” ti riportavo su, al mio fianco, il nostro ascensore magico.
Poi ti sei alzata, hai camminato, corso, una gioia incontenibile, e quando eri stanca riprendevi l’ascensore e riposavi vicino a me.
La fascia era un abbraccio morbido per te, era un sostegno e un sollievo per me, rendeva così più lieve questa dolcissima fatica di lasciarti allontanare per poi farti ritornare. Stando in ascolto del tuo bisogno fondamentale di fare entrambe le cose.
Tante volte ti ho addormentata danzando con te nella fascia corta sul fianco, o nella ring sling, e poi ti ho adagiato sul letto senza svegliarti: un piccolo miracolo, come può un bimbo piccolo essere piccolissimo e grande nello stesso tempo!
Accanto a te, al tuo fianco. Nessun’altra posizione del “portare” esprime meglio il senso che ha per me essere genitore: accompagnare a crescere senza forzare, senza sostituirsi all’altro, favorendo la sua autonomia. Educare come tirar fuori, condurre fuori l’essenza di mia figlia perché lei possa viverla appieno.
Dicono che quella sul fianco sia una posizione più scomoda, asimmetrica. E’ una posizione dinamica, la posizione del continuo movimento, del continuo cammino nel quale siamo come famiglie e come persone.

 

Tullia lavora in Emilia Romagna, per contattarla:

tullia.dem@gmail.com

328/0544237

Pubblicità

Un Commento

  1. Pingback: Portare a modo tuo | Antos: dove finiscono le mie emozioni

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...