Un nido domiciliare…
Da quando sono entrata nel mondo dei servizi all’infanzia privati, ho iniziato a raccogliere direttamente la voce dei genitori. Molte delle parole di questi padri e di queste madri confermano ciò che ho letto in molti articoli di puro contatto: “ci manca la tribù”. Quindi, volendo costruire un progetto utile, ho sempre tenuto a fuoco questo obiettivo: far sentire le famiglie parte di qualcosa.
Accogliere un figlio è un desiderio irrinunciabile nonostante qualsiasi difficoltà, prevedibile o imprevedibile, e lo scoglio principale per i genitori che mi trovo davanti è il non avere sufficiente confronto e talvolta neppure sostegno. Sono numerosi, per fortuna, gli spazi e le occasioni in cui si possono seguire corsi di preparazione alla nascita, poi corsi dopo parto che affrontano sempre temi interessanti e aiutano concretamente ad affrontare un periodo oggettivamente critico. Il merito più prezioso di questi corsi è quello di produrre amicizie e nutrire il concetto di genitore consapevole: due regali molto importanti nel corredo dei bambini. Poi le mamme rientrano a lavoro e il tempo speso ad imparare ad educare nel modo migliore diventa sempre meno. Da qui in avanti si può solo mettere a frutto quella conoscenza che ci siamo già procurati e sfruttare la rete sociale che si è creata. Invece i bambini crescono ed è molto importante essere al passo con le loro sempre nuove esigenze e rimanere protagonisti delle loro vite.
Con questo sono arrivata al punto: da quando ne sono diventata responsabile, ho voluto presentare l’asilo nido ai genitori come una importante occasione per CONFRONTARSI con chi vive nello stesso momento le stesse tappe della vita, le stesse difficoltà, le stesse gioie, per CONDIVIDERE un’esperienza personale che FA CRESCERE INSIEME.
In un gruppo di adulti che non delegano ma partecipano impegnandosi in un progetto comune, vedo adulti educati a non perdere mai di vista la loro responsabilità di educatori. In questo trovo l’essenza di un servizio dedicato ai bambini. Questo è praticabile in un asilo nido domiciliare.
Iniziamo a parlarne “tra noi grandi”, più avanti lo osserveremo con gli occhi dei bambini.
La mia esperienza con i bambini è iniziata con gli studi superiori, il lavoro come educatrice presso famiglie e gli asili nido comunali. Si è arricchita con il diventare genitore, insieme a mio marito, due volte. Mi ha poi trasportata nel mondo del lavoro d’impresa privata, quando ho aperto e gestito con due colleghe, un centro gioco educativo per bimbi tra 18 e 36 mesi. Infine mi ha traghettata verso quello che considero l’arrivo del percorso: il mio asilo nido domiciliare. Ho voluto iniziare con l’elenco dei fatti, perché probabilmente rende più comprensibile ciò che per me è la sostanza, se si vuol parlare del bosco incantato. Ogni giorno ci metto dentro tutto quello che mi ha dato il lavorare con esperti colleghi, il confrontarmi con i genitori e i loro, sempre diversi, stili educativi, l’essere io stessa genitore che si mette in discussione di fronte ad ogni fase di crescita delle proprie figlie, il collaborare con professionisti che si occupano dell’infanzia seguendo un’impronta pedagogica rispettosa di una crescita che guarda al tempo, all’emotività, all’individualità di ogni bambino come qualcosa di essenziale da comprendere, accompagnare e godere. Tutto questo è come concentrato nelle radici del bosco che trattengono in sé tutto ciò che saranno in grado di far germogliare.
L’asilo nido domiciliare è un mondo piccino, se messo a paragone con qualsiasi altra struttura pensata e costruita intorno a questa fascia di età. Ne fanno parte due educatrici, sei bambini e le loro famiglie. Il luogo che contiene le loro relazioni è costituito da una porzione di appartamento esclusivamente dedicato, che l’educatrice struttura e arreda, affinché sia funzionale alle esigenze dei suoi piccoli ospiti. Tutto questo fare lo rende assolutamente personalizzato. Ognuno è diverso e in ciascuno si respira il carattere dell’educatrice che lo ha preparato, colorato e abbellito.
6 bambini sono un piccolo gruppo che consente al singolo di entrare nel mondo con delicatezza, accompagnato dai genitori, in un nido diverso dalla propria casa. Affiancato da nuovi riferimenti educativi e affettivi, potrà confrontarsi con se stesso e con i coetanei. L’educatrice è unica, e nel suo lavoro è affiancata da una seconda educatrice che contribuisce ad una migliore e più accurata gestione delle attività. I bambini, in una relazione così diretta, hanno la possibilità di esprimersi in piena libertà, senza che i grandi numeri disperdano o soffochino richieste, conquiste e bisogni.
La caratteristica che rappresenta il valore aggiunto nel nido domiciliare è la speciale qualità delle relazioni. Rappresenta il filo conduttore in ogni momento del percorso che le famiglie vivono con l’asilo nido domiciliare. È facile intuirne l’importanza, come è importante averne cura per non sprecare l’opportunità di accompagnare, lasciarsi accompagnare e soprattutto non perdersi questi primissimi anni di crescita dei bambini. Loro stanno già costruendo la loro personalità, perché rimanerne fuori? Ritengo che sia un dovere del gruppo adulti (educatrici-genitori) essere presente al compimento di ogni passo dei bambini, siano essi osservati come gruppo che come membro protagonista della vita di una piccola comunità.
Faccio qualche esempio per chiarire meglio.
Il primo contatto tra famiglia ed educatrice avviene attraverso la visita dell’asilo, concordata e riservata, durante la quale i genitori hanno modo di conoscere la programmazione educativa e i suoi obiettivi. Si trovano già immersi in quell’aria di bambino che hanno modo di respirare attraverso ciò che vedono e ascoltano, e di sentire con le emozioni. Avranno l’opportunità di togliersi dubbi e curiosità. L’educatrice condurrà questo incontro lasciando emergere anche gli aspetti meno conosciuti o talvolta sottovalutati. Questo è il primo passaggio e lascerà ad entrambe le parti una profonda traccia.
(Scegliere il posto giusto e la persona giusta a cui affidare il proprio figlio richiede un grande impiego di forze che ogni genitore deve affrontare con coscienziosa responsabilità. Trovare ciò che più si avvicina al nostro modello educativo, magari non sarà facile, dovrete girare un po’, visitare diverse strutture, ma fatelo, perché una scelta accurata e ponderata rappresenta il primo passo per rendere felice l’avventura nido per i vostri bambini e anche per voi stessi!)
Il periodo di ambientamento che genitori, bambini ed educatrice affrontano con lo scopo di conoscersi e affidarsi si svolge in una struttura piccola, con un piccolo gruppo di persone con cui prendere confidenza. Questo facilita enormemente i bambini, che ritrovano ogni giorno quello che hanno lasciato il giorno precedente. (Verrà più avanti anche il tempo di allargare le esperienze attraverso le attività e il crescere!). Una volta raggiunta la frequenza regolare, il legame costruito con pazienza e attenzione potrà essere coltivato attraverso una relazione fatta di scambi, partecipazione e condivisione.
Questi sono solo i primi momenti di vita al nido, ma bastano a far trasparire che la complicità e la volontà di giocare tutti insieme il gioco del crescere, saranno gli ingredienti che renderanno davvero speciale la qualità della relazione.
Se vuoi approfondire il tema, invia domande e riflessioni. Grazie!
A proposito di nido domiciliare
Affidare il proprio bambino di pochi mesi a qualcuno che conosci bene è già una prova difficile per una mamma, soprattutto se un po’ ansiosa e alle prime armi; affidarlo ad un estraneo è un vero e proprio rito di iniziazione e come tale si porta dietro un carico di timori e preoccupazioni, ma anche di prospettive e attese verso una nuova fase del proprio essere genitori.
“Il bosco incantato”… che nome magico e misterioso, mi riporta alla mente il mondo di folletti e fate che abitano le leggende popolari e che hanno accompagnato la mia infanzia in un paese di montagna circondato appunto dai boschi.
L’educatrice, nonché proprietaria Barbara, quando chiamai per avere informazioni mi rispose: “La cosa migliore per farsi un’idea è quella di venire a vedere”. La risposta mi piacque. Andiamo a dare un’occhiata!
Il bosco mi colpì da subito con i suoi colori caldi e l’atmosfera autunnale che adoro (era novembre); i giochi erano sistemati con ordine e cura, gli ambienti mi sembrarono particolarmente ampi considerando che si trattava di un nido domiciliare che poteva accogliere un massimo di cinque bimbi. Il colloquio informativo con Barbara, mentre Niccolò strisciava dando la netta impressione di sentirsi a proprio agio, mi rassicurò sulla serietà, professionalità, rigore e competenza.
Ormai Niccolò frequenta da più di un anno il bosco e io e mio marito siamo sereni e soddisfatti del percorso che stiamo vivendo insieme a nostro figlio, alle sue educatrici e agli altri bimbi. L’atmosfera di familiarità, il rapporto numerico, la vicinanza a casa, la condivisione del progetto educativo ci hanno permesso di vivere il primo distacco da Niccolò con grande tranquillità. Il bambino è seguito con cura e attenzione, è stimolato e incoraggiato, e tra l’educatrice e noi genitori si è creato un bel rapporto che ci porta quotidianamente a perseguire lo stesso obiettivo e a viaggiare nella medesima direzione con confronti che ritengo estremamente utili e costruttivi anche quando i punti di vista appaiono divergenti.
Niccolò ha vissuto e vive questa esperienza non solo con serenità ma con entusiasmo, lo sento e lo vedo quando parla di Barbara, di Simona e dei suoi compagni di viaggio e di avventura.
Bella anche la filosofia che sta dietro al progetto educativo di Barbara, l’ecologia, il riciclo, il rapporto con la natura e con gli animali e tutte le iniziative che si svolgono all’interno del bosco, come il progetto “musica in fasce”, ma anche al di fuori di esso e che ci vengono proposte per arricchire le esperienze di Niccolò e la formazione di noi genitori.
Che dire di più? Grazie di cuore a Barbara e Simona per aver contribuito a rendere Niccolò un bambino felice, sereno e fiducioso.
Veronica
La mia Emma ha avuto la possibilità e – aggiungo io – la grande fortuna di far parte del bosco incantato. Un posto sicuro e sereno dove Emma è riuscita a confrontarsi e crescere tranquillamente. La mia più grande paura era che il salto tra l’asilo domiciliare e la scuola d’infanzia fosse traumatico proprio a causa della differenza del numero di bambini…niente di più sbagliato! Emma era prontissima, ero io che non volevo staccarmi. Al Bosco e a Barbara non posso far altro che dire grazie, e fare i miei migliori auguri per il futuro, affinché tanti bambini possano godere di questo posto magico.